ITIS Statale N. Baldini

Ravenna, 1961-1996


in collaborazione con
Gino Gamberini e Nino Manzone



Giuseppe Samonà
Da «Documenti di Architettura», n. 2 - 1969

“L’edificio si proietta, dunque, contro le architetture più minute e frastagliate del margine urbano, da una pianura volutamente senza alberi, arricchita da un prato verde, che rende più sensibile e quasi autonoma l'essenzialità figurativa di questa forma inclusa e preminente nella vivace conurbazione ravennate. È da notare poi la validità della chiarezza e della concisione, con cui sono organizzali i percorsi, che partono da una zona centrale di ingresso, per articolarsi nelle diverse direzioni.

Questo asse ideale degli ingressi arriva dal portico ai laboratori e alle aule speciali, secondo una distribuzione trasversale e, oltre questi, alle officine che occupano i due grossi volumi trasversali, contro cui si ferma la struttura ritmica, affrettata e posta in evidenza dei lunghi corpi di fabbrica recanti a pianterreno i servizi che dicemmo, e ai piani superiori le aule. Le strutture a vista, gli infissi, il trattamento a intonaco delle pareti hanno un senso di finitezza molto gradevole, dovuto anche alla precisione con cui sono state eseguite tutte le finiture dei diversi corpi di fabbrica.”